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Filippo Marignoli (1926-1995 Wikipedia 🇮🇪) paesaggio esotico del 1964
600,00€
Descrizione
In vendita con formula visto e piaciuto senza documenti, come copia d’autore
Astratto dipinto su carta del 1964 sembrerebbe un paesaggio esotico
Condizioni discrete con usure
Carta 68 x 49 cm
Provenienza da un mercatino di Roma
In regalo cornice vintage con alcune mancanze + vetro 88 x 68 x 4
L’opera potrebbe essere di Filippo Marignoli questo il messaggio ricevuto da un utente :
il pittore è FILIPPO MARIGNOLI su Wikipedia tutte le notizie..il quadro che lei vende dovrebbe essere del periodo parigino, il suo mercante francese trattava solo il geometrico e l’informale, evidente il richiamo al Magnelli nonchè ai motivi esotici forse richiamati dalla moglie principessa . terre da favola..
In ogni caso non diamo nessuna garanzia su l’autenticitÃ
Biografia da Wikipedia
Filippo Marignoli nasce a Perugia da Giulio e Marinetta Trotta; è pronipote di Filippo Marignoli, Senatore del Regno e marchese di Montecorona, nei pressi di Umbertide.
Gli inizi
La sua formazione artistica è favorita dal clima culturale degli anni cinquanta a Spoleto, città dove vive e dove frequenta giovani artisti tra cui Giuseppe De Gregorio, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi, Bruno Toscano.
A Spoleto nel 1951 espongono insieme a Palazzo Tordelli chiamando il gruppo Il Ponte, (con riferimento al Ponte delle Torri), e a Roma alla galleria Il camino, presentati in catalogo da Mario Mafai; con loro anche lo scultore spoletino Leoncillo. La mostra romana dal titolo Sei pittori spoletini, costituisce l’inizio di un’intensa attività espositiva del gruppo.
Nel 1953 danno vita al cosiddetto Gruppo di Spoleto o Gruppo dei sei; il sodalizio favorisce la nascita del Premio Spoleto, manifestazione che ha lo scopo di valorizzare giovani artisti, pittori e scultori. Le opere vincitrici, grazie alla formula del premio acquisto, vanno a costituire un primo nucleo di opere d’arte per la nascente Galleria d’arte moderna, attualmente Museo Carandente, Palazzo Collicola – Arti visive. Filippo Marignoli vince il Premio Spoleto nel 1955 e nel 1959.[1] Nel 1958 la galleria L’Attico di Roma di Bruno Sargentini propone la sua prima personale con presentazione di Enrico Crispolti.[2] Partirà per gli Stati Uniti nel 1959.
Fino al 1959 i suoi lavori sono ispirati a un paesaggismo lirico all’insegna dell’informale.[3] Rifiuta qualunque semplificazione narrativa e considera la superficie come un cielo profondo dagli orizzonti liberi. La sua pittura si fa più spessa, materica, si avvale dell’uso di materiali diversi, strati di garze e sabbie che conferiscono corporeità e tridimensionalità al quadro.[4] Si tratta di tele astratte, quasi sempre Senza titolo, dai toni in prevalenza rosa o rosso ammorbidito, per lo più di grande formato, in controtendenza rispetto al gusto prevalente in quel momento in Italia. Alcune opere di questo periodo sono: Naufragio (immagine), Senza titolo, 1959 (immagine), Desiderio del paesaggio (immagine).
Estero
Compie esperienze internazionali grazie a lunghi soggiorni a New York, Honolulu e Parigi, favorite anche dal matrimonio, nell’aprile del 1954, con la principessa Esther Kapiolani Kawananakoa[5] delle Isole Hawaii, in viaggio in Italia per motivi di studio. Al culmine del successo nel 1959, lascia l’Italia alla volta, prima di Maui nelle Hawaii, e poi di New York. Comincia poi un percorso di ricerca sul paesaggio e un continuo mutamento delle sue modalità espressive. Negli anni 1960-1962 sperimenta un nuovo approccio alla pittura e al colore:
«I quadri della permanenza newyorchese, praticamente inediti, compattano quello spazio che prima era invaso da ogni sorta di effluvio cromatico e materico. Ora campeggiano blocchi di colore sostanzialmente circoscritti, seppur brulicanti di segni fitti e insistiti che sembrano caricarli d’inesausta energia.»
(Enrico Mascelloni, Marignoli e la dismisura dello spazio, in Filippo Marignoli: opere 1952-1984, 1996, p. 16)
Nella New York dei primi anni ’60, il suo stile si allontana dagli esiti informali del primo periodo e risente delle influenze dell’Action painting e dell’Abstract Expressionism. Qui frequenta giovani artisti come Ben Shahn, Domenico Gnoli, Wolf Kahn e Robert Rauschenberg. Realizza nuovi dipinti molto personali, che rimarranno per lungo tempo poco conosciuti in Italia. Di questo periodo: Senza titolo, 1961[6].
Gli anni ’60 e ’70
Nel 1963 torna in Italia e si stabilisce a Roma per qualche anno. Segue un decennio di totale isolamento non espone che in rare occasioni; riprende la sua attività espositiva solo nel 1968, prima a Città di Castello poi a Honolulu. La produzione privata invece continua e si esprime in un ciclo di grandi tele, con prevalenza di toni blu-verde smeraldo, dai colori forti e nitidi; tali opere saranno presentate al pubblico solo molto più tardi, alla mostra antologica del 1996 a Spoleto[7]. Una di queste è Senza titolo, 1964[8]. Dal 1974 risiede stabilmente a Parigi.